La battaglia delle piattaforme di musica in streaming

Pubblicato sul quinto numero di Propaganda MAG, free press di cultura distribuito in tutta la Toscana.  GIUGNO 2015.

 

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È di poco tempo fa la notizia che la piattaforma musicale Grooveshark abbia chiuso i battenti, dopo aver perso una durissima azione legale sui diritti dei brani contro tre delle maggiori etichette discografiche del mondo: Sony, Universal Music e Warner.

Il progresso tecnologico e le nuove abitudini di consumo hanno scardinato l’industria musicale delle grandi etichette discografiche. Oggi online si possono trovare moltissime piattaforme di musica in streaming, a partire da Spotify dove l’utente può scegliere tra un ascolto gratuito con interruzioni pubblicitarie oppure pagare un abbonamento mensile e godere di particolari vantaggi. Oltre a Spotify, se siete ancora indecisi sulla piattaforma da scegliere, potete provare Deezer, Google Play, Rhapsody, Rdio, Napster, solo per citarne alcune. Utilizzate il periodo di prova gratuito offerto dalla maggior parte di queste piattaforme e testatene la compatibilità con le vostre abitudini di ascolto.

Recentemente due nuove piattaforme di musica online hanno fatto molto parlare di sé: Beats di Apple e Tidal guidata dal rapper americano Jay-Z e appoggiata da molti artisti come i Coldplay e Madonna. L’obiettivo è fare la guerra alle piattaforme che offrono l’ascolto gratuito di musica in streaming. Molti gli artisti che hanno preso le distanze da Spotify, ad esempio, spostandosi su piattaforme con royalty maggiori.

Duri sono i tempi per gli attori coinvolti nella battaglia della musica in streaming; tra dichiarazioni di artisti, case discografiche, colossi dell’industria informatica, rischiamo di passare più tempo a leggere le indiscrezioni che girano sui blog che ad ascoltare buona musica.

Nella guerra delle piattaforme musicali chi ne trae maggior vantaggio sono sicuramente gli utenti, che possono godere delle innumerevoli funzionalità offerte dallo streaming, come la creazione di playlist, la condivisione sui social, il download per l’ascolto in modalità offline, i suggerimenti su cosa ascoltare, poter scoprire cosa ascoltano i tuoi amici, tutte funzionalità che con il walkman potevamo solo sognarci.

Lo streaming è diventato il modo più diffuso per ascoltare musica, piace agli utenti perché possono accedere, da qualunque luogo e in qualunque momento, a librerie musicali composte da milioni di brani. L’accesso può avvenire in modo gratuito o scegliendo la formula a pagamento, alla modica cifra di 9,99 € al mese (media dell’abbonamento delle maggiori piattaforme).

Spotify, Apple, Google Play, Tidal, chi vincerà la battaglia delle piattaforme? Sicuramente quelli che sapranno reagire tempestivamente allo sviluppo delle tecnologie e rispondere ai bisogni della nuova generazione di utenti.

 

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